La corsa è lo sport che per definizione è low cost, alla portata di tutti.
Per iniziare a correre non ci sono abbonamenti vari, non contano gli orari o l'ambiente in cui ci si trova (si ok, gli inverni siberiani potrebbero non essere un habitat perfetto per un aspirante tapascione), e soprattutto non servono attrezzature particolari: ci si allaccia le scarpe e si è già a metà dell'opera.
Bastano poche uscite però per rendersi conto che quelle vecchie scarpe da ginnastica (categoria che molto democraticamente racchiude dalle Converse All Star alle babbucce a forma di unicorno) non sono l'ideale e avrebbero bisogno di essere sostituite da un modello adeguato.
E qui si apre un mondo! Tra categorie (A1, A2, A3), tipologie di appoggio e colori non propriamente sobri è facile perdersi nelle millemila proposte che i marchi propongono sul mercato, ma tendenzialmente andare al risparmio non conviene: un paio di scarpe sbagliate si traducono in vesciche, dolori articolari ed infortuni.
Approfittando dei saldi o facendo un giro tra i negozi outlet dei marchi Adidas, Asics e Nike per citarne alcuni, si riescono a trovare sempre delle ottime offerte riuscendo a portare a casa con 70/80 euro modelli della stagione passata che di listino costerebbero anche il doppio; considerando la vita media delle calzature da running (che con un chilometraggio massimo di 500/600 km perdono gran parte del loro potere ammortizzante) capite bene però che un paio di scarpe, a meno di fare uscite mooolto sporadiche, non potranno bastare per un anno intero!
Il discorso abbigliamento anche se non ha la stessa priorità è per certi versi simile, e se alle prime uscite ci si barda con felpe larghe, fascetta da tennis anni 80 tra i capelli e magliette di cotone rubate al cassetto dei pigiami a seconda della stagione, lo step successivo è quello della scoperta dei tessuti tecnici e degli indumenti traspiranti che ci fanno apparire una via di mezzo tra supereroi e larve imbalsamate: rivolgersi alle grandi catene di abbigliamento può essere un buon modo per risparmiare qualcosa, così come dare un'occhiata on-line.
Un discorso a parte andrebbe fatto per i dispositivi GPS/Cardiofrequenzimetri perchè se inizialmente per tracciare le proprie uscite un' App sullo smartphone va più che bene, è innegabile la comodità di indossare uno sportwatch non dovendosi portare dietro quella mattonella appesa al braccio da cui siamo già dipendenti per il resto della giornata. Ne esistono di diverse marche, tipologie e soprattutto prezzi differenti: con 100/120 euro circa si può accedere alla gamma Garmin o Polar per esempio, con prodotti dedicati che hanno già tutte le informazioni principali che servono ad un amatore.
Dopo scarpe, abbigliamento e sportwatch l'appetito vien mangiando e che fai dopo aver investito buona parte della pensione della nonna e dopo aver macinato mesi di allenamento... non vuoi iscriverti a qualche gara?!
Prima di tutto diventa fondamentale essere tesserato Fidal (tramite Runcard o ASD, costo dai 30 euro in su), e ciò comporta anche una visita medica che darà all'atleta il certificato di idoneità alla pratica agonistica (costo 50 euro circa).
L'iscrizione invece alle gare varia molto dalla tipologia: pochi euro per le tapasciate (dove leggende narrano di trovare ristori finali degni di ricevimenti nuziali), 15/30 euro generalmente per le mezze maratone mentre per le maratone bisogna spendere ormai dai 50 euro in su per accaparrarsi un pettorale (negli ultimi anni i prezzi stanno lievitando eccheccavolo!).
Se ancora non vi basta e non sapete come spendere la tredicesima, a queste cifre bisogna poi aggiungere eventualmente l'utilizzo di un centro sportivo/pista di atletica, un piano di allenamento preparato da un allenatore, un giretto dal fisioterapista ogni tanto per rimettersi in carreggiata, ma soprattutto birrette, pizza e tiramisù a volontà per integrare adeguatamente le energie bruciate!
In conclusione, se i soldi non fanno la felicità , la corsa è vero che ci alleggerisce il portafoglio ma almeno ci regala sorrisi! Ehm, giusto?!
