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Le 10 regole del perfetto Tapascione

Prendo direttamente dalla Treccani la definizione di "Tapascione", che significherebbe secondo l'autorevole enciclopedia ”Nel gergo dei maratoneti, chi partecipa alle gare senza intenti agonistici, per il puro piacere di portare a termine il percorso”. Insomma, parrebbe che l'importante per un tapascione doc sia partecipare, nel più profondo spirito de Cubertiniano.

Ma col cavolo! Ecco le 10 regole per essere un vero Tapascione:

1) odiare lo stratching, che puntualmente non fa, o il riscaldamento che fa perdere solo tempo;

2) avere mille mila scarpe da running, alle quali si è affezionato al punto da non riuscire a buttare nemmeno quelle vecchie e consumate che stanno insieme solo perché c'è del fango a tenerle incollate;

3) salutare gli altri podisti incontrati per strada, dopo aver ovviamente accelerato il passo per mettere in chiaro chi comanda da quelle parti;

4) tediare i colleghi a cui non frega una cippa con l'unico argomento di conversazione di cui sa tutto...la corsa!

5) se prima di una gara incontra un vecchio conoscente, fare l'elenco infinito dei tanti acciacchi fisici;

6) partire sempre a bomba come regola di vita;

7) ricordare e classificare le varie tapasciate a seconda dell'abbondanza e varietà del ristoro finale;

8) correre a tutte le ore, sia con la pioggia che con il sole a mezzogiorno di luglio, perché in fondo è bello volersi male;

9) avere un abbigliamento decisamente insolito e buffo agli occhi dei più, che però lo fa sentire un super eroe in technicolor;

10) svegliarsi nell'unico giorno di riposo della settimana alle 6 di mattina se va bene, per andare a correre in mezzo alla nebbia al palio della sagra della porchetta, per arrivare come al solito merdesimo!

 
 
 

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